Wale, per favore. Lo preferisco ù.u
~ Quarto capitolo: «Non sarai come loro»
Gustav. Gustav sembrava un bambolotto, aveva un viso dolcissimo. Il primo che si accorse di me e che mi sorrise. Georg. La prima cosa che mi venne in mente? Che bei capelli! Non aveva mezza doppia-punta. Inchinò la testa, come fossi quasi una principessa. Di conseguenza si girò Bill. Era struccato, ma non per questo meno affascinante del solito. Il suo corpo era snellissimo, ma non era anoressico. Era perfetto, davvero. Bill si girò a gurdarmi, sbarrò gli occhi, scoppiò in una risata. Subito mi guardai i vestiti, magari me li ero dimenticati, non me ne ero accorta ed ero li in mutande..No. No, li avevo. Riguardai Bill. Strattonò Tom, intento ad accordarsi la chitarra, l'unico che ancora non aveva fatto caso alla mia presenza. Infine, scocciato dagli strattoni di Bill urlò «DU WILLST!?». Bill scoppiò a ridere. Poi indicò me. Tom si girò e Si mise seduto sulle ginocchia, si accovacciò e iniziò a ridere, ammetto che sembrava una risata di imbarazzo. Le sue guance erano diventate rosse, contrastanti con la sua dolce carnagione bianca e mentre rideva mi guardava. La mia espressione era molto perplessa, non ridevo ne piangevo. Immobile. La stessa mia espressione l'avevano Georg e Gustav, mi guardavano, io guardavo loro. Con gli occhi ci stavamo chiedendo: Ma che si rideranno mai quei due? Mi sentivo in imbarazzo, me ne stavo tornando indietro con le lacrime agli occhi quando sentii passi veloci corrermi incontro, una mano caldissima mi prese per un braccio. Non mi voltai. Avevo come "paura" che fosse Tom.. «Ciao...». La voce era molto "da uomo", ma nello stesso tempo era calda, come quella mano che ancora mi stava prendendo delicatamente il braccio, senza farmi male. Mi stava involontariamente trasmettendo un senso di dolcezza e sicurezza, chiunque esso fosse. Quel "ciao" aveva un accento impreciso. Mi sentii lasciare il braccio e immediatamente mi ritrovai davanti colui che fino a pochi attimi fa me lo stava prendendo dolcemente, Tom. Allungò una mano verso me e disse con un sorriso: «Ich bin Tom, Sprichst du deutsch?». Non risposi anche se sapevo il significato di cio che mi aveva chiesto. Non risposi perche le parole me le stavano mangiando le farfalle che avevo nello stomaco. Continuò, «Do you speak english?». Ancora una volta non riuscii a rispondere. Le mie gambe tremavano, le mie mani anche, sentivo la lingua secca e le ginocchia sempre più deboli. I miei denti non battevano solamente perche tenevo la bocca serrata. «Sei italiana?». Annuii. Ritirò la mano e si toccò la nuca, serio. «Ah, but i don't speak italian...». Sorrisi. Lui contraccambiò il sorriso, imbarazzato. «I'm Valentina» Dissi allungando la mano verso lui, sperando di risentire quel calore nuovamente. «Tom». Mi prese la mano e facendo un piccolo inchino me la sfiorò con le labbra. «Uuu!! Tooom!!» Sentii i gridolini degli altri. Bill partì con un applauso. Tom li fulminò con lo sguardo, disse una cosa in tedesco, che non capii. Si azzittirono. «Will you come with me?» "Mi ha chiesto di andare con lui?? Ma certo!" «Where?» "Ma che ho detto?! Come dove! Ma portami dove vuoi!" «We go for a ...ride.» Il suo inglese era pessimo tanto quanto il mio. Ma capii che voleva facessimo un giro. Non risposi, sorrisi. Mi mise una mano sul fianco. Bill riparti con gli applausi, e tutti a seguirlo. «Baby, a moment...» "BABY?? Wow! Ma è tutto vero?? Ho paura di svegliarmi.." Tom andò da Bill, gli diede una spinta, era serio. Bill continuava a ridere. «Scusa Tom..!» "Che carini quando parlano italiano!" Pensai. «I'm sorry...Come on?» «Ja...». Non ci guardammo negli occhi. Mai. Mi riprese per il fianco, io ero immobile. Rigida. Cosa avrei dovuto fare? Era vestito tutto di nero, adoro quando si veste cosi, lo rende affascinante più del suo normale. Aveva la stessa fascia usata in Humanoid. Sembrava pelle ma non lo era. Era un nero lucido, come i suoi capelli. «This is backstage...Will you visit my tourbus?» «Your?» Risposi ridendo. «Sure...» Disse sorridendo, e con aria da finto snob. Lui in verità non era come le interviste che lessi. Era dolcissimo. E' vero, ancora non lo conoscevo, ma sembrava cosi tenero. E secondo me nelle interviste ha sempre risposto da 'bullo' per proteggersi. Uscimmo dal "teatro". Attraversammo una stradina, brevissima, e arrivammo davanti al tour bus. Era immenso, aveva dei lussi sfrenati al suo interno. Mi aiutò a salire i gradini. Salimmo il primo gradino insieme, poi mi prese la mano, e mi aiutò a salire gli altri due. «Thanks». Sorrise ancora. Ma non ci guardammo negli occhi. Ci imbarazzavamo tutti e due. «Wow, is luxurious...». Ne rimasi incantata, ma mai quanto rimasi incantata da Tom. «I sleep here». Era un lettino isolato dagli altri tre. «Why you are here, and other boys are...» Indicai i letti più lontani...Si fece serio, imbarazzato. «Ehm, I need intimacy...» «Sorry...What?». Si schiarì la voce e specificando tutte le parole mi rispose. «I am often in company of girls». «...Ah» Gli lasciai la mano che ancora mi stava tenendo. Ha detto che spesso sta con delle ragazze... Beh, io non voglio essere una di quelle. Uscii dal tourbus, avevo già gli occhi lucidi, ma non credo l'avrebbe notato. Mi seguì di corsa. Io ero con le spalle all'esterno del tourbus, lui si avvicinò faccia a me, mise le sue braccia sulle pareti del bus, una al mio lato destro, e una a quello sinistro. Ero in trappola. «Valentina, i'm sorry...». Non lo guardai. «Vale, please...Look me..» Mi prese il mento, fino a farmi guardare i suoi occhi. Erano lucidi anche i suoi. Perchè? Cosa era successo? «Toooom». Qualcuno ci fece girare. «We try! Let's go!». Ci sorrise. Tom se ne andò, lasciandomi così, li. Da sola. Bill venne verso di me, mi prese sotto braccio. «I'm Bill». Mi sorrise. Aveva un sorriso perfetto, mi metteva a mio agio, mi tranquillizzava. «I'm Vale..»«Hey..»Ci fermammo. Eravamo faccia a faccia. Con le estremità dei suoi indici cercò di formarmi un sorriso. E ci riuscì. Le punte delle sue dita erano fredde. La sua pelle era bianca, candida. Sembrava un Dio venuto in terra. Non so come ma mi aveva fatto tornare davvero il sorriso. «Come on?» «Sure..». Mi mise un braccio intorno al collo. E io uno in vita. Sembravamo migliori amici. Non sembrava Bill Kaulitz dei famosissimi Tokio Hotel. Sembrava Bill, un semplice ragazzo, bravo a cantare, dolce e premuroso. Con passi lenti tornammo in teatro, intanto continuammo a parlare. «Why Tom is sad?» «Is fall in love» «Ah...» Risposi delusa. Mi strinse il braccio intorno il collo. «Is fall in love with you..» «Eèèè??» Ci fermammo, ci sedemmo sulla scalinata che portava all'entrata del teatro. «Remember you my speech on Sunday at the concert in Rome?» «Ja..» «That girl was you» «I?? You're sure??» «Yes!» «He is even in love??» «Says it was love at first sight» «Eh??» «Ehm...Aspetta». Disse dirigendosi da un collaboratore. Torno dopo pochi secondi con cinque apparecchietti in mano. Erano degli affari che avrebbero tradotto tutto ciò che ci saremmo detti. Me lo mise in un orecchio «Thanks» «Nono ora puoi parlare in italiano..Vedi? Cioè, senti che io parlo tedesco ma tu senti tutto ciò che dico in italiano, no?» «Ma che forza! Menomale ora posso dirti tutto! Allora, a me fino a domenica non piacevate, ma non vi avevo nemmeno mai visto. Poi ho visto Tom, e mi sono innamorata. Anche per me è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine. So che non posso dire di non essere completamente innamorata non conoscendolo, ma esteticamente è più forte di me. Riesco a stento a resistergli» «Stessa identica cosa che ha detto lui..» «Davvero?? Che altro ha detto di me??» «Dopo il concerto ha pianto, e già è tanto. Lui nella sua vita ha pianto due volte. Quella è stata la terza. E poi per una ragazza, lui non si è mai innamorato di nessuno..Sei la prima Vale. A fine concerto lo trovai nel camerino con la testa fra le mani, fra le mani bagnate di lacrime. Subito pensai fosse successo qualcosa in famiglia, insomma è una rarità vedere le lacrime del mio fratellone. Mi avvicinai, nemmeno pronunciai il suo nome che mi ritrovai le sue braccia intorno a me. In un orecchio mi disse solamente 'Non la rivedrò mai più, vero?'. Piansi anche io, è difficile rivedere per due volte una nostra fan, è difficile ricapitare in prima fila e poterla rivedere. Aveva paura di averti persa per sempre. Ed io mi sentivo terribilmente in colpa per non averti fatto salire sul palco.» «Bill, senti il mio cuore. Lui non mente. Sta scoppiando d'amore per Tom, davvero.» «Posso chiederti il tuo numero? Vorrei rendere felice mio fratello..» «Anche io vorrei vederlo sorridere. Sembrerà strano ma già spero in un futuro insieme a lui..» «Penso che lo spera anche lui. Dai torniamo dentro..» Cosi facemmo, ci alzammo e tornammo dagli altri. Bill diede a loro gli apparecchi che aveva messo a me nell'orecchio. «Gustav». Disse avvicinandosi. «Ciao! io sono Vale.» «Io sono Georg, piacere.» «Piacere mio.. Scusate se prima me ne sono andata senza nemmeno salutare, sono passata per una maleducata..» «No. no. Ma che dici, figurati.» Rispose Bill. Tom era in disparte, dall'altra parte del palco. Era ad accordarsi una delle sue mille chitarre. «Bill» Dissi prendendolo in disparte. «Ma se io parlassi con Tom, dicendogli che a me piace, che vorrei conoscerlo. Dici che faccio male?» «Secondo me dovresti aspettare un po' e per un po intendo che potresti dirglielo stasera, al meet & Greet. Che ne pensi?» «Si, mi piace l'idea! Aspetta. Ma io non ho il biglietto per il concerto!» «Tranquilla, rimani nel backstage, ti va?» «Certo! Ma posso?» Mi sorrise, accarezzandomi i lunghi capelli. «Ragazzi, proviamo un po'?? Vale siediti pure dove vuoi..» Andai su un lato del palco, mi sedetti li, a gambe incrociate. Cambiai spesso posizione, ferma non ci so stare. «Vale, vuoi decidere tu con cosa possiamo iniziare a provare??» Chiese gentilmente Georg «Posso decidere??» «Vale, oggi tu sei la protagonista..!» Disse Gustav, il bambolotto. «Ha ragione Gusty, Vale scegli pure tu..» Rispose Bill. Tom non mi guardava più in viso. Ma cosa gli avevo fatto? «Phantom Rider, per favore.» «Benissimo iniziamo da quella...» Parti la musica, intanto i tecnici provavano le luci, non badarono a me.. Tom mi guardò. Qui, ora. In questo punto della canzone. «Now I’m here No more fears Angel, don’t you cry» Mi sentii il cuore a pezzi. Ci guardammo negli occhi, per la seconda volta. Poi si rigirò, guardò a terra. Era serio. «Scusatemi!» Dissi uscendo, scoppiai in lacrime. Questa situazione mi stava facendo impazzire. Questo stare tra due mondi, tra due realtà. Mi accovacciai a terra, portai al petto le mie ginocchia, il trucco sul mio viso era sbavato. La testa la tenevo fra le gambe. «Hey...Piccola..Scusami» Alzai la testa. Tom era li, davanti a me, era seduto sui suoi piedi, aveva le sue mani sulle mia braccia. Mi guardava negli occhi, serio, quasi dispiaciuto. «Vale, devi sapere che tu non mi hai fatto niente, è colpa mia. E' che per me tu sei diversa, non ti conosco, ma lo sento. Io vorrei conoscerti, e poi magari se faremo qualcosa, tipo..Vabbè, hai capito.. Va bene. Ma non è la priorità. Tu sei la mia priorità» Sbarrai gli occhi «Cosa?» Tom si tolse il traduttore..Se lo avvicinò alla bocca e disse urlando: «Non funziona sto coso?!?» «Ahi!» Glielo rimisi nel suo orecchio «Si, si funziona...» Accarezzai il suo viso, perfetto. «Sei bellissimo Tom..Sei bello qui...» Sfiorai le sue labbra, per fargli capire che la parte esterna di lui era meravigliosa. «Sei bello qui..» Sfiorai il suo cuore, per indicare la parte dolce di lui. Scoppiai in una risata. Tom fece una faccia stralunata. «Perche ridi?» «Ti ho sporcato le labbra di trucco..Aspetta..» Cercai un fazzolettino nelle tasche, ma non lo trovai. «Aspetta vado a chiedere un fazzoletto cosi mi pulisco» «No aspetta. Proviamo cosi..» Mi avvicinai, iniziammo a sfiorarci le labbra. Sorrise, ma non ci scansammo. Sorrisi anche io. Poi iniziai a dargli dei morsetti sulle labbra. "Quel piercing è scomodo per baciare..." Pensai. Io tenevo le mani a terra. Lui le sue mani le teneva sopra le mie. Lui teneva gli occhi chiusi, io socchiusi. Guardavo il suo sorriso. Chinò la testa a sinistra, iniziò a giocare con le mie labbra, le bagnò con la lingua. Sorrideva. Era dolcissimo. E mi piaceva sempre piu, gia lo amavo? Può darsi.. Dischiudemmo le labbra entrambi, con la mano destra iniziò a giocherellare con i miei capelli. Io non sapevo che fare, quello era il mio primo bacio.."E guarda a chi lo sono andata a dare. Il mio problema? Penso troppo." Mi lasciai andare. Iniziamo a darci un vero bacio. «Toom dove sei??» Ci distaccammo di colpo. «Bill...» Disse Tom, con tono arrabbiato «Ignoralo...smetterà». Assaporò il mio bacio, con la lingua si sfiorò il piercing. «Sei ancora un po' nero di trucco, sai?» Ci avvicinammo nuovamente.. «Tom..Hanno detto che le prove dobbia...Ehm, ho interrotto qualcosa?» «No, Bill...Tranquillo...Andiamo a provare» Si alzò Tom, mi allungò un braccio per farmi alzare. Ci tenemmo per mano. «Scusate non volevo interrompere nulla, ah Vale, posso parlarti un secondo??» «Scusa Tom, rimango un secondo qui con Bill» Mi diede un bacio sull'angolo della bocca e se ne andò. Arrossii. «Raccontami tutto Vale!!» «Ok. Ok, Beh, sono scoppiata in un pianto lui è venuto qui e ...diciamo che ha saputo come consolarmi..» «Ho visto! Sono felicissimo! Diventeremo cognati?» «Magari! Sarebbe bellissimo poter parlare sempre con te!» Con un tovagliolino mi pulì il trucco. Il mio viso ora era perfetto. «Torniamo dagli altri..» Ci prendemmo per la vita e andammo saltellando come "due fuori di testa" sul palco.
Edited by «Heroine‚ K.» - 27/7/2010, 19:50